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Le polveri sono molto fini, esse hanno un calibro di 0,22 micron e possono pertanto raggiungere i bronchi più piccoli e gli alveoli polmonari, provocando ostruzione bronchiale con bronchite cronica ostruttiva enfisematosa.
 
Il fumo di sigarette è il più importante dei fattori modificabili di rischio per malattie di cuore.
 
Oggi si calcola che il fumo provochi negli Stati Uniti 350.000 morti all'anno, di cui 170.000 morti coronariche e 120.000 morti dovute a cancri di tipo diverso.
 
 La riduzione della durata della vita nei fumatori è di circa 5-8 anni,e per ogni sigaretta si ha riduzione della durata della vita di circa 5 minuti e ½.
Il danno provocato del fumo è proporzionale al numero di sigarette fumate al giorno, alla profondità dell'inalazione, all' età in cui si comincia a fumare.
 
 L' aspettativa di vita di un trentenne che fuma 15 sigarette al giorno è ridotta di oltre 5 anni.
 
I danni provocati dall' inalazione del fumo passivo sono cosi' gravi, che hanno indotto molti governi a proibire il fumo nei locali pubblici e nei posti di lavoro.
 
La frequenza di morte nei fumatori per malattia coronarica, è del 70% superiore rispetto a quella dei non fumatori.
 
Il fumo di sigarette agisce in modo sinergico con gli altri maggiori fattori rischio coronarici, quali il colesterolo e l' ipertensione.

Nel fumo di sigarette sono state identificati quasi 4000 componenti diversi.

Le sostanze di interesse medico presenti nel fumo possono essere distinte come segue :
  1. nel catrame sono presenti sostanze cancerogene e precancerogene, i cancerogeni (alcooli policiclici aromatici e il polonio 210 ) danno inizio alla formazione del cancro, i cocancerogeni ( fenoli, acidi grassi liberi) accelerano il decorso della neoplasia iniziata da altri attivatori.

 2)I gas tossici presenti nel fumo sono l' ossido di   carbonio, l' acido solfidrico, l' acido cianidrico, l' ossido di azoto. L'ossido di carbonio ha una forte affinità con l' emoglobina, circa 245 volte quella dell'ossigeno, si lega pertanto facilmente all'emoglobina creando carbossiemoglobina.

Il livello medio di carbossiemoglobina, di un fumatore di un pacchetto di sigarette è sul 5% ed è del 20% nei forti fumatori rispetto allo < -0,5 o 1% nei non fumatori.

Tutto ciò riduce la quantità di emoglobina disponibile al trasporto dell'O2, ostacola il rilascio dell' ossigeno e pregiudica la stessa funzionalità dei vari tessuti,( concentrazione mentale, memoria, forza muscolare, resistenza, sono influenzati negativamente dal fumo ).

Un avvelenamento fatale da ossido di carbonio si ha con concentrazioni dal 20 all' 80%di carbossiemoglobina.

 I sigari e la pipa sviluppano 3 volte l'ossido di carbonio delle sigarette.

Un quadro reversibile di policitemia può comparire nei fumatori di oltre 30 sigarette al giorno.

 L' ossido di carbonio si lega anche alla mioglobina.

  1. L' alta concentrazione di ossido di carbonio danneggia i mitocondri e provoca necrosi delle fibrille muscolari .
  2. E' stato accertato che alti livelli di ossido di carbonio provocano cardiopatia ischemica; in uno studio su 950 fumatori si è visto che quelli con carbossiemoglobina superiore al 5 % hanno 21 volte in più il rischio di malattia coronarica.

  La nicotina è un alcaloide contenuto nel tabacco, essa agisce principalmente sul sistema nervoso ed è responsabile della dipendenza farmacologia delle sigarette, in alte dosi può provocare vomito, nausea, cefalea e a dosi ancora più alte convulsioni, paralisi e morte.

La nicotina stimola la liberazione di catecolamine influenzando l' apparato circolatorio, eleva gli acidi grassi nel siero, incrementa l' aggregazione piastrinica, ed inibisce la secrezione pancreatica di bicarbonati.

La nicotina è un potente agonista del sistema simpatico, aumenta la secrezione di noradrenalina; l' inalazione del fumo provoca pertanto vasocostrizione generalizzata, aumento del tono coronarico, spasmi arteriosi, gli effetti del fumo sull' apparato circolatorio includono altresì aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, della gittata cardiaca, del lavoro cardiaco, in definitiva del consumo di ossigeno.

  1. Il fumo infine provoca formazione accentuata di radicali liberi, in ogni boccata di fumo ne sono contenuti 10 alla 15 zeri ( una quantità enorme ). Nel fumo sono anche contenute sostanze irritanti che paralizzano, le ciglia vibratili,la principale difesa dei bronchi. 
  2.  La paralisi delle ciglia provoca ristagno di muco e formazione di catarro, con infezioni microbiche e l' insorgere di una bronchite cronica ostruttiva con enfisema.


Le donne che fumano e prendono la pillola contracettiva hanno un rischio coronarico di circa 10 volte superiore rispetto alle donne che non fumano e non prendono la pillola contracettiva.

Il fumo di sigarette fa aumentare il rischio di morte improvvisa, complessivamente i fumatori hanno un rischio di morte improvvisa 2-4 volte superiore rispetto ai non fumatori.
Il fumo provoca anche arteriopatia periferica arteriosclerotica.

Nelle arteriopatie ostruttive il fumo di sigaretta è da considerare il principale fattore rischio.

Difatti il rischio di sviluppare arteriopatie degli arti inferiori è 15 volte più alto nei maschi fumatori e 7 volte più alto nelle femmine fumatrici rispetto alla popolazione non fumatrice; tale rischio è proporzionale al numero di sigarette fumate.
Il tabacco influenza il tasso di colesterolo, nei cani l' iniezione quotidiana di nicotina per sei settimane ha provocato aumento del colesterolo da 144 mgr a 216mgr per 100ml.


Lo studio MRFT ha dimostrato che in soggetti con mogli fumatrici si aveva un incremento del rischio per malattia coronarica per l' influenza del fumo passivo.

 Il rischio del fumo può essere ridotto fumando poche sigarette al giorno, inalando di meno, lasciando un mozzicone più lungo, e aspirando meno boccate per sigaretta.


In ogni caso la cessazione del fumo comporta una marcata riduzione del rischio di mortalità per coronaropatia.

Le Malattie collegate col fumo sono :

Cancro del polmone: i tumori del polmone a cellule squamose e quelli a piccole cellule sono collegati al fumo. Studi epidemiologici hanno confermato che i forti fumatori hanno probabilità di sviluppare tumori circa 20 volte in più. Il rischio è maggiore in quelli che inalano il fumo, che aspirano molte boccate per sigaretta, che riaccendono sigarette fumate a metà. Negli animali di esperimento sottoposti all' azione di tabacco concentrato si sviluppano neoplasie cutaneee, cancri del laringe e del polmone.

 

Bronchite cronica e enfisema: per queste malattie i decessi sono 20 volte superiori nei forti fumatori.

Malattie cardiovascolari: il fumo accelera l' arteriosclerosi, raddoppia il rischio di infarti, provoca crisi di angina pectoris, determina segni elettrocardiografici di ischemia

Gravidanza :il peso dei neonati, nati da donne fumatrici è di 170 grammi inferiore rispetto a quelli nati da non fumatrici

I cancri extrapolmonari associati al fumo comprendono il cancro della bocca, del laringe, dell' esofago, della vescica, del pancreas.

L'ulcera gastrica insorge più frequentemente nei fumatori, e il fumo ne rallenta la guarigione

La forma fisica è ridotta nei fumatori a causa della compromissione della respirazione , e dell' alterato trasporto di ossigeno ai tessuti.

L' esposizione passiva al fumo può portare crisi asmatiche nei bronchitici cronici e provocare crisi anginose nei coronaropatici.

I bambini con genitori che fumano sono più soggetti a malattie respiratorie.